L' obesità è una malattia metabolica, già diffusa nell'antico Egitto. Negli ultimi anni, tuttavia, si è osservato un aumento del numero di obesi e l'obesità è diventata un fattore di rischio sempre più grave. La sua diffusione è imputabile al gran numero di cibi raffinati con alto potere calorico, che provocano una scarsa sensazione di sazietà per la mancanza di fibre. L'aumento della massa corporea può essere dovuto ad un alto contenuto di grassi nelle cellule, ad un esagerato numero di cellule adipose o ad entrambi questi fattori.
L'obesità è provocata da uno squilibrio fra l'apporto energetico ed il suo insufficiente consumo che favorisce l'accumulo di grasso: ad esempio, una introduzione di 72.000 calorie si traduce in un aumento di circa 10 chilogrammi di peso corporeo.
Le cause più frequenti dell'obesità sono la tendenza genetica che incide fino al 33 %, un eccessivo apporto alimentare di calorie, una insufficiente attività fisica, l'abbandono del fumo, i contraccettivi orali ed i farmaci che influiscono sul metabolismo, i fattori ormonali.
Per valutare l'eventuale obesità, esistono varie metodologie, la più diffusa delle quali è la determinazione dell'Indice di massa corporea, definita BMI (dall'inglese Body Mass Index) o indice di Quetelet. Questo indice si ottiene dividendo il peso in kg per il quadrato dell' altezza del soggetto in esame.
Un altro sistema per stabilire la gravità dell'obesità è quello della misurazione delle pliche sottocutanee (il grasso sottocutaneo rappresenta il 50% del grasso corporeo). In un adulto normale, nell'area del tricipite (cioè la parte posteriore del braccio) lo spessore cutaneo è pari a 23 mm nell'uomo e a 30 mm nella donna. Altre pliche da misurare sono quelle del bicipite, della zona sottoscapolare, della zona sovrailiaca.
Un ulteriore tipo di valutazione per individuare l'eventuale obesità è quello che fa ricorso alla misurazione della circonferenza corporea in determinati punti, situati prevalentemente tra la vita e le cosce. In questo caso, può essere utilizzato un semplice metro da sarta che, se usato con accuratezza, fornisce parametri di valutazione.
Altra metodologia, infine, è l'analisi dell'impedenza bioelettrica (BIA), che viene praticata in un ambulatorio medico con apposite strumentazioni.
Attenzione: una corretta diagnosi dello stato di obesità può essere effettuata soltanto da personale medico specializzato. Il rilevamento del BMI, ad esempio, pur essendo molto diffuso per la sua semplicità, è in grado di valutare esclusivamente la massa totale, mentre il peso corporeo è condizionato non solo dalla massa adiposa, ma anche da quella magra. Se si confrontano un atleta ed un impiegato di pari peso ed altezza, si otterrà lo stesso BMI, benché i due soggetti siano caratterizzati da una diversa composizione corporea: il primo potrebbe essere molto magro a causa della prevalenza di massa magra, mentre il secondo potrebbe evidenziare una prevalenza della massa grassa.
Al fine di stilare una corretta diagnosi clinica, quindi, occorre conoscere la composizione corporea, in modo da poter discriminare l'eccesso di adiposità, cioè l'obesità vera, dall'eccesso ponderale legato anche ad altri fattori non "grassi", quali l'ipertrofia muscolare dell'atleta, la ritenzione idrica e la costituzione scheletrica.
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