Salvare le parole in disuso

Aperto da Argia Parodia, 06 Settembre 2008, ore 16:33:22

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Argia Parodia

Bisogna salvarle le belle parole, anche se nel linguaggio corrente sono, purtroppo, relegate in un angolo come Cenerentole.
Le parole sono vive, hanno colori, suoni, odori e non possono morire solo perchè andiamo di fretta e tutto si consuma in un attimo.
Insieme alla foca monaca, alle balene e all'orso marsicano salviamo anche loro e restituiamo alla Lingua Italiana tutta la dignità che nei secoli scorsi l'aveva fatta grande nel mondo intero.


Giuseppe

Oileo, semmai dovremmo essere noi - nessuno escluso - a dover pagare Argia.

sempresveva


Argia Parodia

Parole in disuso? Tra le tante...

Attenzione
Garbo
Pudore
Sobrietà
Indignazione
Comprensione
Impegno
Umiltà


:smile: Un saluto

sempresveva

Credo che tra le parole in disuso ci sia anche -rispetto-onestà-chi più ne ha più ne metta. :-X

Argia Parodia

#5
Parlando seriamente il problema ogni tanto viene considerato da esperti e amanti del bel parlare ed è più complesso di quel che sembri perchè la lingua è un sistema vivo che nasce, si evolve e muore in alcune sue forme per dare spazio a quelle nuove. Si tratta solo di vedere a che ritmo e per quali scopi avviene il tutto e se davvero poi se ne ricava un vero vantaggio culturale o solo per sveltire (e impoverire) la comunicazione.

Ho trovato questo link interessante

http://www.repubblica.it/speciale/poll/2007/spett_e_cult/parola.html

al cui interno ci sono anche due articoli interessanti da aprire: illuminante è il commento di Bartezzaghi in merito.

Dell'elenco proposto, tra i tanti, mi piace  "ANODINO" , trovato qualche anno fa per la prima nella traduzione di una poesia della Dickinson. Non so perchè ma mi piace il suono della parola e poi, se interessa, vi spiego la mia "fisiognomica" delle parole. Un retaggio infantile, ma forse non proprio del tutto sconclusionato  ::)


Ho trovato l'incipit del racconto di Landolfi citato da Bartezzaghi

La mia moglie era agli scappini, il garzone scaprugginava, la fante preparava la bozzima... Sono un murcido, veh, son perfino un po' gordo, ma una tal calma, mal rotta da quello zombare o dai radi cuiussi del giardiniere col terzomo, mi faceva quel giorno l'effetto di un malagma o di un dropace!

(incipit di Tommaso Landolfi, La passeggiata, in Racconti impossibili, Firenze, Vallecchi, 1966; attendiamo la riedizione Adelphi: per adesso in Le più belle pagine di Tommaso Landolfi scelte da Italo Calvino, Rizzoli, Milano 1982, pp. 490 ss.).


sempresveva

Bartezzaghi mi ricorda molto le mie battaglie con la settimana enigmistica.Andrò ora a leggere. :-X

Argia Parodia

Non è niente di fondamentale, solo l'effetto immaginativo che il suono delle parole produce nella mente.
Funziona bene coi nomi propri di persona perchè non sono riferibili ad oggetti, forme e quant'altro e da bambina subito mi si proiettava nella mente l'immagine associata al loro suono.
Non sono sicura che si possa trattare di un fenomeno simile a quello dell'eidetica che ha più a che fare con la percezione visiva di ciò che si è già osservato.
Insomma, a parte le spiegazioni noiose, la faccenda strampalata è questa: il suono di un nome proprio di persona mi evoca un'immagine, un colore, una forma. Ecco perchè alcuni mi piacciono tanto, altri meno, altri proprio per niente  :laugh:

Ad es.   "Patrizia"     (che è il nome di mia sorella, scelto da me per lei a quattro anni quando ancora di storia romana non sapevo nulla ma perchè avevo un'amichetta dell'asilo che si chiamava così)  mi evoca un fruscio di seta cangiante, qualcosa di elegante e raffinato dove brilla un gioiello dorato. Quella   z    imperiosa e quell'arduo trigramma    tri     obbliga alla deferenza.


Per   "Manuela"  visualizzo una spirale morbida, una voluta di fumo azzurrino o uno scialle caldo e avvolgente con tepori di lane e profumi delicati. Credo dipenda dal suono pieno della   m   e dalla liquidità della    l.


"Diego" ad esempio, lo associo a qualcosa di rigido e ossuto: sarà per colpa di quella   g   dal suono duro che per forza mi obbliga in quella direzione. Potrebbe essere anche uno schiocco di frustino, un ramo che si spezza contro il vento.

Eccetera...
Vi saluto, vado a fare cose più serie :laugh:

sempresveva

Non sapevo di avere un nome così "dolce",grazie.
Ho provato a pronunciarlo pìù volte......mi piace.
Credo renda di più quando mi lascio....chiamare. :embarassed:

Argia Parodia

#9
Ma prego! :laugh:
Diciamo che la mia congiunta, complice il nome e agevolata anche dall'influenza del segno del Toro, ascendente Ariete, è venuta su con un bel caratterino. Ho detto tutto.  :sleep:

Nomen omen: io ci credo abbastanza.