"20. I comuni, quando attribuiscono ad un terreno la natura di area
fabbricabile, ne danno comunicazione al proprietario a mezzo del servizio
postale con modalita' idonee a garantirne l'effettiva conoscenza da parte
del contribuente."
Come si può notare, il testo della legge è abbastanza vago: come al solito, non prevede, non specifica, non spiega a cosa si va incontro se questo articolo non viene rispettato.
C'è quindi una certa dubbiosità a riguardo di che atteggiamento debba assumere il contribuente di fronte ad una richiesta come quella che hai ricevuto. Innanzitutto, il terreno è stato passato edificabile per iniziativa dell'ufficio tecnico? In seguito ad un'osservazione presentata da te o da uno dei contitolari? In seguito ad un'osservazione presentata da un altro contribuente, magari proprietario di altri appezzamenti nella zona?
Se la richiesta di edificabilità l'avete, ad esempio, presentata voi contitolari, sembra difficile poter poi sostenere in un eventuale adesione o contenzioso che non vi siete poi più informati sullo stato della vostra richiesta. Già se invece il terreno è diventato edificabile per soddisfare richieste altrui, o il desiderio del comune di identificare una nuova zona di sviluppo, può esser un buon punto per discuterne con l'ufficio tributi.
In ogni caso, anche se mi pare su questo tu stesso sia consapevole, la pura imposta è dovuta.
Secondariamente vorrei chiederti: la legge citata risale appunto al 27 dicembre 2002, scrivi che il comune richiede (in quanto le annualità precedenti sono prescritte) l'imposta dal 2002 in poi. Se la richiesta del comune è corretta, e il terreno è edificabile da prima che entrasse in vigore la citata legge, ovviamente decade la sostenibilità del mancato adempimento, in quanto esso in precedenza non era dovuto.
Per quanto riguarda dove il comune possa aver trovato il tuo nominativo, potrebbe averlo reperito dalla dichiarazione di successione (l'agenzia delle entrate ne invia una copia ai comuni in cui sono siti eventuali fabbricati e terreni oggetto di eredità). Se sull'avviso di accertamento è indicata correttamente la tua % di possesso derivante dall'atto di successione, a nulla rileva che sulla visura catastale essa non sia riportata: la responsabilità della correttezza dei dati catastali non ricade certo sull'amministrazione comunale.
In sostanza, il comportamento del comune da te descritto mi pare corretto; posso consigliarti di controllare che il valore in € contestato al terreno sia sensato in relazione al vero valore dell'area, e che le percentuali di possesso indicate a tutti gli eredi siano corrette. Detto questo, se non ci sono altri elementi degni di nota che possano giustificare un ricorso in commissione tributaria, vi conviene "sondare" in comune se c'è la possibilità di aderire all'atto, ottenendo magari una riduzione delle sanzioni o dell'imposta.