ICi e fabbricati rurali

Aperto da baldo2000, 31 Agosto 2007, ore 17:56:11

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baldo2000

Sono nuovo del forum e vorrei fare alcune considerazioni.
Da anni mi occupo del settore agricolo.
Dai topic presenti sul forum, riguardanti i fabbricati ed i terreni rurali, si evince chiaramente la "confusione" che regna sull'argomento.
La maggior parte della gente considera le esenzioni, stabilite per legge nel settore agricolo, come delle agevolazioni.
Perché un fabbricato urbano dovrebbe pagare l'ICI ed un analogo fabbricato rurale no?
Forse perchè nel reddito dominicale è già compresa anche la potenzialità reddituale dei fabbricati strumentali alle attività agricole (la rendita catastale è il reddito medio ordinario che può produrre un'azienda agricola e il reddito dominicale è la parte di tale rendita imputabile al capitale fisso). Poiché l'ICI colpisce un valore del terreno calcolato in base alla capacità di produrre reddito dell'intera azienda, compresi i fabbricati strumentali, l'imposta sui suddetti fabbricati sarebbe una duplicazione dell'imposta.
In quanti sarebbero d'accordo a pagare due volte un'imposta sullo stesso bene?
Per gli agricoltori, il problema vero avviene quando non è più il cittadino comune a considerarlo un "favorito dalla sorte", ma è il funzionario di un ufficio tributi del comune. Ad un agricoltore è stata contestata la strumentalità del magazzino perché, durante il periodo della trebbiatura e della raccolta della frutta era utilizzato per consumare il pranzo. Ad un altro è stato contestato che la superficie della particella catastale su cui è insediato il fabbricato è troppo grande perciò la particella deve essere dichiarata come parco o giardino. Ad un altro si voleva considerare di lusso, un fabbricato rurale, perché la superficie esterna del terreno è  maggiore di sei volte la superficie occupata dal fabbricato e la superficie interna è superiore a 200 mq. Peccato che per avere ragione, il funzionario, considerava come superficie utile, anche la superficie dei locali strumentali all'attività agricola  (Art. 3-bis DPR 23 MARZO 1998, N. 139), inoltre  non considerava che, per un agricoltore, il terreno è lo strumento del proprio lavoro.
Il Decreto del Presidente della Repubblica 23 marzo 1998, n. 139 è stato "interpretato"nei modi più disparati costringendo il contribuente,  nel migliore dei casi, ad inutili e costosi ricorsi.
Che dire poi degli "approcci" di certi uffici. Che dire dei bollettini di conto corrente postale con scritto a caratteri cubitali "EVASIONE ICI"che vengono inviati  ai contribuenti per sanare gli avvisi di accertamento. Ma siamo o no in uno stato di diritto? E' giusto che un cittadino venga "bollato"come evasore  prima che abbia avuto la possibilità di difendersi?
Se in sede di giudizio il giudice dà ragione al contribuente, non sarebbe giusto chiedere anche i danni morali?
Non sarebbe più logico, da parte dei funzionari, prevenire, magari rivolgendosi al Garante per i diritti del cittadino, piuttosto che arrivare ai contenziosi?
Non intendo generalizzare perché ci sono tanti funzionari corretti che applicano la legge, tra tante difficoltà, senza vessare i cittadini, purtroppo, per alcuni funzionari,  i contribuenti sono solo e sempre evasori da perseguire (non mi sembra questo lo spirito della legge 212 del 2000).
Grazie per l'attenzione


luke67

Come in tutti i settori ci sono buoni funzionari ed altri pessimi, agricoltori onesti e gran lavoratori (la maggioranza) ed altri che aggiungono metanolo al vino, quindi come in ogni campo c'è tantissimo di buono ma anche una parte non certamente cristallina!